Orvieto, 1 Giugno 2021

E’ dal 2006 che l’Azienda Neri è attiva nei mercati nazionali ed internazionali. La gestione è familiare: il padre di Enrico si occupa della vigna, Enrico vinifica nella nuova cantina, oggi attrezzata per ospitare un terzo delle uve migliori.

E’ la semplicità del loro essere che caratterizza una produzione boutique di circa 50.000 bottiglie l’anno, composta da vini bianchi, rossi e in percentuale minore dalla tanto apprezzata Muffa Nobile che ci regala un vino da dessert conosciuto in tutto il mondo.

Cantine Neri

Quando negli anni ’50 la famiglia acquista circa 42 ettari di terreno, la vigna e gli alberi d’olivo popolavano la collina delineando un paesaggio ritmico e sagomato. Per anni conferiscono uve di qualità ad altre cantine.

A metà degli anni 2000, con l’ingresso in azienda del figlio Enrico, si decide di vinificare parte delle varietà prodotte. Nacque così quello che oggi rappresenta un simbolo del territorio orvietano: un’azienda proiettata sulla qualità e l’esaltazione delle varietà locali, da millenni presenti in territorio umbro.

A partire dagli anni ’80, sotto la guida aziendale del figlio Giovanni, Palazzone inizia un percorso fatto di piccole vinificazioni e imbottigliamenti, esperienze necessarie per arrivare nel 1988 alla costruzione della cantina.

Nasce così una delle realtà più significative di tutta l’Umbria, giunta con il nipote Pietro alla terza generazione. Oggi dopo un restauro rispettoso della sua nobile architettura, il “Palazzone” è un boutique hotel con eleganti suites.

Palazzone

Alla fine degli anni ‘60 Angelo Dubini e la moglie Maria Locatelli acquistano il “Podere Palazzone” di Rocca Ripesena individuato da Monaldo Monaldeschi della Cervara, storico di nobile famiglia orvietana, con quello fatto costruire nel 1299 dal Cardinale Teodorico, in occasione del primo Giubileo, come ospitalis per pellegrini.

Su terreni di origine sedimentaria e argillosa, con una vista emozionante sulla rupe di Orvieto, impiantano 24 ettari di vigneto per produrre vini di grande complessità e carattere.

Siamo viticoltori, viviamo di questo lavoro,
ci prendiamo cura in prima persona
della vigna, della cantina
e della bottiglia.

Leon Zwecker, Sergio Mottura, Enrico Neri,
Giovanni e Pietro Dubini, Palazzone Corrado e Giulio Bottai.

All'epoca i vigneti, vecchi di molte generazioni, erano ancora impostati secondo il sistema ereditato dagli Etruschi con le viti "maritate" a piante d'alto fusto che le sostenevano. Sotto la guida di Sergio Mottura questi vecchi impianti vennero sostituiti da vigneti specializzati utilizzando strutture e criteri moderni, fino a coprire gli attuali 36 ettari vitati, mentre ogni anno nuovi impianti garantiscono la continuità del livello qualitativo raggiunto.

Nello scegliere le varietà da impiantare privilegiamo quelle indigene, da sempre presenti nella zona, selezionandone i cloni dalle caratteristiche più adatte alla vinificazione.
La lunga coltivazione nello stesso ambiente ha prodotto una selezione naturale delle specie che meglio si difendono dagli agenti patogeni locali, permettendo una migliore gestione dell'allevamento biologico.

Sergio Mottura

La tenuta Mottura si estende su 130 ettari in un territorio ricco di risorse naturali, delimitata ad ovest dalle colline e dai calanchi argillosi di Civitella d'Agliano e ad est dalla pianura umbra bagnata dal Tevere.

La vocazione vinicola di questi colli era nota sin dal 1292, quando sui registri del catasto di Orvieto questa era definita fra le zone più elette per la produzione del vino omonimo.

Questa zona, rimasta indenne da insediamenti urbani ed industriali, offre ancora oggi vaste aree di primitiva bellezza, panorami selvaggi punteggiati da boschi, laghi e torrenti in uno scenario di natura intatta, nonostante la vicinanza di grandi città come Roma e Firenze.

La tenuta appartiene dal 1933 alla famiglia Mottura, che ha fortemente voluto salvaguardarne il ricco patrimonio naturalistico. Negli anni Sessanta iniziò la modernizzazione dell'azienda: dalla conduzione a mezzadria si passò a quella diretta e si iniziò a ricercare un utilizzo ottimale dei terreni dove da secoli la vite ha il proprio habitat.

Il territorio della Tenuta Le Velette faceva parte della regione in cui gli Etruschi svilupparono il loro sapere, il loro benessere, le loro competenze e con esse la loro capacità di utilizzare il terreno vulcanico per realizzare profonde cantine con temperature perfettamente adatte alla fermentazione ed alla conservazione dei vini bianchi.

Questa opportunità è stata l’ unica tecnica utilizzata fino a 70 anni fa, quando è stata progressivamente supportata da tecnologie sempre più moderne per perfezionare una condizione che comunque era disponibile già 2500 anni fa. Molte delle cantine di affinamento, che ancora oggi sono utilizzate nella tenuta hanno questa antica origine.

Le Velette

Presentare e descrivere la Tenuta Le Velette è raccontare la storia di un luogo in cui l’ uomo ha vissuto e lasciato le sue testimonianze per secoli, ha coltivato la vite e prodotto vino.

Le tappe che si possono raccontare, riferendosi alla tenuta, hanno la particolarità di essere tutte perfettamente ancora oggi leggibili nei luoghi, negli oggetti , nelle strutture che possiamo quasi definire la scenografia di una storia lunga 3000 anni in cui il vino ha assolto ad un ruolo alimentare, culturale, religioso, ludico e economico.

La temperatura e il grado di umidità sono ideali per ospitare tonneaux e barriques in rovere francese, dove il vino può maturare in condizioni privilegiate. A questa parte antica, che la mano dell’uomo e il tempo hanno creato da soli, è stata affiancata nel 2007 una moderna cantina di vinificazione, con tutti gli standard necessari per produrre al giorno d’oggi un vino in grado di competere con i più alti standard qualitativi internazionali.

Leon si occupa in prima persona di tutta la produzione, dalla cura delle viti alla vinificazione in cantina. Da anni si avvale della preziosa collaborazione di Paolo Peira, enologo romano specializzato alla Faculté d’Œnologie di Bordeaux.
Ruta, la sua compagna, è sommelier e insieme accolgono i molti appassionati che ci vengono a trovare e gli fanno trascorrere esperienze memorabili in vigna e in cantina, degustando i nostri vini con prodotti artigianali tipici della zona.

Madonna del Latte

L’antico podere Madonna del Latte si trova in zona collinare tra Orvieto e il lago di Bolsena.
Oggi è una piccola ma rinomata azienda vitivinicola a conduzione familiare, fondata nel 2000 da Manuela Zardo e Hellmuth Zwecker, giornalisti enogastronomici che, dopo tanto viaggiare, hanno trovato in Umbria, nel paesaggio intatto dell’antica Tuscia, il luogo ideale per realizzare il progetto di un loro vino.

Le viti prosperano su terreni sabbiosi e vulcanici, ben esposti e ben ventilati, a 450 m di altitudine. Tutti i nostri vini sono biologici certificati. Per noi produrre vini nel rispetto più assoluto dell’ambiente, senza l’uso di diserbanti, concimi chimici o insetticidi è, oltre che una cosa ovvia, una necessità.

Siamo in zona di tutela ambientale assoluta, sopra una fonte di acqua minerale. Terra particolarmente vocata, come già sapeva Papa Paolo III che considerava i vini rossi che vi si producevano già allora "perfettissimi sia per il verno, quanto per la state" e ne faceva portare a Roma grandi quantità. La cantina d’invecchiamento è spettacolare, scavata in un cunicolo di tufo che ricorda le tombe etrusche.

Non vogliamo dettare dogmi o regole

ma condividere dei principi culturali,

perché il vino rappresenta civiltà.

ORV
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