Una parte di noi ha vigne su terreni vulcanici, altri su zone argillose o alluvionali: è attraverso la differenza e le distinte angolature della stessa visione che si può dare vita ad un racconto identitario che ci proietta verso il futuro.
La natura delle rocce di questi luoghi è costituita da argille, limi e livelli sabbiosi; 2,5 milioni di anni fa qui c'era un fondale marino su cui si sono accumulati i sedimenti più fini trasportati da antichi fiumi che solcavano quelle che allora erano le poche zone emerse.
Nella zona nord occidentale della denominazione la conformazione geologica e l’altitudine rispecchiano quella della rupe di Orvieto, ignimbrite adagiata su sedimenti alluvionali argillosi.
Le vigne si estendono tra i 180 e i 300 m s.l.m. in questa terra di confine: tra le antiche eruzioni vulcaniche e gli ancora più antichi depositi alluvionali marini e successivamente fluviali.
Le eruzioni del Bolsena hanno generato nei millenni l'altopiano che arriva da sud a ridosso della rupe orvietana.
Il basalto di fondo è sovrastato da uno strato compatto di materiali vulcanici sedimentari che caratterizzano tutti i dolci pendii dalla rupe fino all'attuale lago.
Nella parte più a sud della denominazione Orvieto le grandi alluvioni del fiume Tevere hanno creato diversi livelli di lembi terrazzati.
Questi terreni alluvionali derivano in maggior parte dall’erosione delle rocce calcaree e arenacee della catena appenninica e sono composti principalmente da ghiaia e sabbia.
Orvieto sorge su una rupe di tufo, tra i 280 e i 325 m s.l.m., che domina la valle del fiume Paglia, affluente di destra del Tevere e che proprio sotto la città riceve da sinistra il Chiani, proveniente dalla Val di Chiana.
Questa enorme massa tufacea, che si erge dai venti ai cinquanta metri dal piano della campagna, si deve all'attività quaternaria dei vulcani del sistema Volsinio, relitto della caldera che ospita il lago vulcanico maggiore d'Europa, quello di Bolsena.
La natura delle rocce di questi luoghi è costituita da argille, limi e livelli sabbiosi; 2,5 milioni di anni fa qui c'era un fondale marino su cui si sono accumulati i sedimenti più fini trasportati da antichi fiumi che solcavano quelle che allora erano le poche zone emerse.
Nella zona nord occidentale della denominazione la conformazione geologica e l’altitudine rispecchiano quella della rupe di Orvieto, ignimbrite adagiata su sedimenti alluvionali argillosi.
Le vigne si estendono tra i 180 e i 300 m s.l.m. in questa terra di confine: tra le antiche eruzioni vulcaniche e gli ancora più antichi depositi alluvionali marini e successivamente fluviali.
Le eruzioni del Bolsena hanno generato nei millenni l'altopiano che arriva da sud a ridosso della rupe orvietana.
Il basalto di fondo è sovrastato da uno strato compatto di materiali vulcanici sedimentari che caratterizzano tutti i dolci pendii dalla rupe fino all'attuale lago.
Nella parte più a sud della denominazione Orvieto le grandi alluvioni del fiume Tevere hanno creato diversi livelli di lembi terrazzati.
Questi terreni alluvionali derivano in maggior parte dall’erosione delle rocce calcaree e arenacee della catena appenninica e sono composti principalmente da ghiaia e sabbia.
Orvieto sorge su una rupe di tufo, tra i 280 e i 325 m s.l.m., che domina la valle del fiume Paglia, affluente di destra del Tevere e che proprio sotto la città riceve da sinistra il Chiani, proveniente dalla Val di Chiana.
Questa enorme massa tufacea, che si erge dai venti ai cinquanta metri dal piano della campagna, si deve all'attività quaternaria dei vulcani del sistema Volsinio, relitto della caldera che ospita il lago vulcanico maggiore d'Europa, quello di Bolsena.
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